La resina impiegata, di natura acrilica, è compatibile con l’ambiente e ha un’elevata resistenza chimica, rendendola idonea anche per le classi di esposizione ambientali più aggressive; manifesta un ottimo comportamento al fuoco, non è combustibile e, se sottoposta per un tempo prolungato alle fiamme, non sviluppa gas nocivi. Al momento dell’iniezione, la resina ha la stessa viscosità dell’acqua, permettendo la saturazione di fessure, giunti di ripresa e nidi di ghiaia. In pochi istanti poi, catalizzando, si espande sigillando per pressione i vuoti presenti nelle sezioni di manufatto oggetto di risanamento; a fronte di eventuali movimenti termici e/o strutturali che possono modificare l’ampiezza della fessura (o della ripresa di getto) dell’ordine di qualche decimo di millimetro, la resina si riadatta autoriparando di fatto la stessa impermeabilizzazione. Questa proprietà di rigonfiamento reattivo e reversibile rimane costante, mantenendo inalterata nel tempo la bontà della sigillatura eseguita. Agendo per pressione, l’efficacia dell’iniezione è indipendente dallo stato delle pareti della fessura (o della ripresa di getto) e dall’eventuale presenza di oli o carburi non rendendo quindi necessarie attività preliminari di pulizia con conseguente risparmio di tempo e denaro. L’iniezione ad alta pressione consente che la resina possa effettivamente sigillare, per tutto lo spessore dell’elemento strutturale, la sezione interessata dall’attività di risanamento: pertanto oltre al ripristino puntuale dell’impermeabilità del manufatto, si impedisce, nel caso di struttura in beton, da un lato che le armature metalliche possano subire fenomeni di corrosione e, dall’altro, che venga pregiudicata la durabilità del conglomerato cementizio.